VINOSANO – Roma DOC: il brand che darà nuova vita al vino capitolino

L’altra faccia della capitale

Tra traffico, smog e urbanizzazione selvaggia, si tende a dimenticare che Roma detiene il primato di comune agricolo più esteso d’ Europa. Basta oltrepassare il “Sacro G.R.A.” e percorrere pochi chilometri in qualunque direzione per raggiungere prati incontaminati dove pascolano i greggi, e vigne e colture d’ogni genere prendono il posto delle case. Qui, alle porte della città, ha inizio la Roma Agricola, che si protende a sud verso i Castelli Romani e lungo i fianchi della Pontina fino al litorale Nettunense, e a nord verso la Tuscia e la Maremma Laziale.

Ventuno produttori vinicoli attivi in questo vastissimo territorio metropolitano si sono riuniti in consorzio nel giugno del 2018 e hanno dato vita alla Roma DOC. ” Il progetto era nell’aria da tempo – afferma Giuseppe Cerasa, redattore della guida Roma DOC edita da Repubblica – l’iniziativa nasce dalla volontà di dare lustro a una Roma rurale, lontana dai riflettori e dalla contemporaneità. Dopotutto, quello della capitale è un brand fortissimo. L’obiettivo è sfruttarlo per penetrare la ristorazione locale e internazionale.”

La varietà di tipologie e vitigni ammessi dalla denominazione rispecchia l’eterogeneità ampelografica del territorio capitolino. Centrale è il ruolo degli autoctoni nel Roma Bianco, che può essere prodotto da Trebbiano Giallo, Trebbiano Verde, Greco, Bombino Bianco, Bellone e Malvasia Puntinata in purezza o in assemblaggio. Di stampo più internazionale sono, invece, il Roma Rosato, il Roma Rosso e il Roma Rosso Riserva, per i quali possono essere utilizzati, oltre ai tradizionali Montepulciano, Sangiovese, Cesanese Comune e Cesanese d’Affile, gli alloctoni Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Syrah.

Interessante anche l’introduzione della tipologia Romanella Spumante da Trebbiano Giallo e Trebbiano Verde, espediente che (in teoria) dovrebbe arginare le frodi perpetrate dalle molte aziende che etichettano e commercializzano come “Romanella” vini frizzanti di scarsissima qualità ed ignota provenienza. Al momento, l’unico imbottigliatore di Romanella DOC è Fontana Candida, ma la speranza è che la denominazione incoraggi altre aziende a cimentarsi nella riscoperta di questo vino tradizionalissimo.

Le impressioni a caldo

L’onorevole Renato Brunetta, che è intervenuto alla presentazione della guida Roma Doc in veste di membro del consorzio, ha rimarcato che “senza qualità, non si va da nessuna parte”, e noi non potremmo essere più d’accordo. E se è vero da un lato che le norme imposte dal disciplinare per quanto riguarda le rese massime, l’affinamento, l’estratto e il volume alcolico minimo sono solo leggermente più restrittive di quelle delle preesistenti DOC laziali, dall’altro non si può non constatare l’impegno che quasi tutti i consorziati ripongono nel produrre vini corretti quando non qualitativamente eccezionali.

Ovviamente le differenze esistono e non tutte le etichette si attestano sullo stesso livello, ma la qualità media è già superiore rispetto alle storiche denominazioni provinciali. In particolare si distinguono i Roma Bianco da Malvasia Puntinata e Bellone e i Roma Rosso a base Montepulciano. Nei casi migliori, i primi offrono un connubio accattivante di sfumature dolci e accenti sapidi, mentre i secondi spiccano per la ricchezza di frutto maturo e di sfumature speziati che fanno quasi “Midì” francese. Sarà interessante testarne la tenuta nel medio e lungo raggio.

Emanuela Medi

TRA I MIGLIORI ASSAGGI

Capizucchi – Roma Malvasia Puntinata Mater Divini Amoris 2018. Albicocca, susina, tiglio e qualche spunto fumè a delineare un profilo ben orchestrato tra note dolci e idee più pungenti. La spinta sapida traina un sorso di buona struttura e discreta aromaticità. 89/100

Capizucchi – Roma Rosso Mater Divini Amoris 2017. Quello dell’ onorevole Brunetta è un Roma Rosso virile, profondo e già ricco di sfumature terziarie di tabacco, liquirizia, fiori secchi e prugna. La richezza tannica ed estrattiva di Montepulciano e Cabernet Sauvignon è ben resa dal sorso serrato, voluminoso, vagamente amaricante in chiusura. 89/100

Raffaele Mosca – Master Sommelier – https://www.vinosano.com/roma-doc-il-brand-che-dara-nuova-vita-al-vino-capitolino-2/